Goblin è

I Parte

 

L’ordine degli Scrier non aveva mai indetto un raduno di tale portata; nelle ultime settimane sono stati accolti più adepti che negli ultimi due anni e tutto questo solo per poter ottenere la potenza necessaria al compimento del rituale che sta per svolgersi. Ora una grande folla è radunata attorno ad un altare buio. La sala, ormai gremita, viene illuminata da individui in tonaca che si muovono con fare solenne; dopo poco appare nel chiarore una figura scura che si erge sull’altare e che indossa l’abito da cerimonia.

- Fedeli più anziani, giovani accoliti - inizia l’uomo sull’altare - tutti voi sapete perché siamo qui, ma non tutti, ne sono certo, riescono a vedere il futuro; ebbene, dopo che avremo liberato Colui che più di tutti ha il diritto di governarci, verrà una grande battaglia che ci vedrà vincitori. In seguito, sotto la Sua guida, noi ascenderemo con lui nell’Olimpo degli dei! Non saremo rispettati, saremo ADORATI da coloro che non vorranno morire! Quella che vivremo non sarà una vita umana, saremo più potenti di una divinità! -

Un fragore di grida felici echeggia, si alza oltre le teste degli adepti e raggiunge la notte, facendo tremare le stelle. 

 

Peter Parker si sforza di ricordare “…uniti nel matrimonio, nella gioia e nel dolore…” ma, si chiede, possono queste parole avere valore anche quando tua moglie vuole rimodernare il tuo appartamento con arredamento orrendo? Per l’aracnide umano no, ma si trattiene dallo sfogarsi per rispondere al telefono:

- Ciao ragnetto… - fa la voce dall’altra parte del filo - …sai chi sono vero? Si, mi hai riconosciuto di certo. -

- Che cosa vuoi? – ringhia Peter minaccioso, mentre la moglie, sentendo il tono del marito e cogliendo al volo una sua occhiata, si muove rapida per mettere al sicuro la figlia, dietro un tavolo.

- Andiamo Uomo Ragno…dopo tanti anni di conoscenza non ti fidi ancora di me? Volevo solo chiederti sei hai controllato la posta oggi. – la comunicazione si interrompe.

MJ si avvicina immediatamente a Peter, che rimane per una manciata di secondi stordito, il senso di ragno pizzica leggermente: se c’è un ordigno nelle vicinanze non sta per esplodere e non è ad orologeria.

- Chi era, Peter? – chiede Mary Jane.

- MJ, non posso spiegarti. Prendi May e lascia la casa passando per la porta sul retro. Corri. -

- Peter… -

- Corri! -

Detto questo, in un attimo, lo stupefacente Parker afferra la sua maschera dall’armadio ed esce, infilandosela in tasca; davanti alla casa, in strada, e nelle case vicine, Peter conta una decina abbondante di persone, forse venti, tutte in pericolo ora. Deve agire con prudenza, si rende conto Peter, movendosi rapidamente verso la cassetta delle lettere e capendo che se là dentro c’è una bomba, dovrà assorbire l’impatto per non mettere in pericolo le altre persone. Improvvisamente pensa alla maschera nella sua tasca, non sa perché l’ha presa, non potendo indossarla all’esterno, né avendo tempo per cambiarsi lontano. Tutti questi pensieri spariscono, quando il giovane Parker arriva alla cassetta delle lettere e la sua mente viene pervasa dall’ansia. Con una mossa decisa, impartita dal senso di ragno e dall’esperienza, apre il contenitore per la corrispondenza: c’è solo una lettera. Se la tensione non fosse così forte, il povero Peter noterebbe quel pizzicore alla nuca mentre apre quella lettera che si rivela vuota. 

“Che diavolo significa? Maledetto pervertito, cosa stai cercando di… un momento il senso di…”

Con uno scatto sovrumano, Spidey schiva l’attacco dell’avversario sotto gli occhi di tutti.

“Ok…sono stato rapido…forse un po’ troppo ma nessuno dovrebbe averlo notato…”

- Chi sei? – chiede Peter all’uomo che stava per attaccarlo; stringe in una mano una siringa piena di un liquido verdognolo.

- Il mio Sire ti vuole. -

“NO, NO, NO! Parla piano, se qualcuno sente queste idiozie…”

- Che stai dicendo? – replica Peter.

- Non far finta di non capire Rag… -

- CHI SEI?!? – grida Spidey per coprire la voce dell’altro. Improvvisamente il folle scatta in avanti e sferra un pugno. Il senso di ragno avverte l’Uomo Ragno che i vicini hanno visto tutto e stanno chiamando il 911. Pensano si tratti di un’aggressione.

“Devo evitare i colpi, ma muovendomi lentamente! Questo tizio ha una forza sovrumana…forse è un parauman…” un colpo dell’aggressore va a segno, e dal naso di Peter comincia a colare sangue.

- Uhhh! – si lamenta – D’accordo…il pavido Parker si è stufato… - un pugno veloce, invisibile a occhio umano per la sua rapidità, si infrange sul volto dell’aggressore. Un attimo dopo Peter sta correndo via, saltando la staccionata, inseguito dal suo nemico.

“Sono svantaggiato: devo correre al minimo della mia possibilità per mantenere segreta la mia identità, mentre lui è velocissimo…”

Le sirene della polizia irrompono sulla scena. Altro guaio per Peter.

“No! Cavolo, no! Se questo tizio si mette a dire “Ragno” o “Ragnetto” di fronte ai poliziotti sono finito…senza contare che la polizia non lo può fermare.” Rapidamente lo spettacolare Parker cambia direzione, infilandosi in un vicolo più stretto; il senso di ragno lo avverte che ci sono tre persone vicino alle finestre, ma lui non può preoccuparsene: con un salto, supera l’angolo di un palazzo e indossa la sua maschera, si toglie le scarpe e si sfila la maglietta. Quando il suo inseguitore gira l’angolo, ora, sfruttando tutta la sua forza, lo scaraventa lontano con un calcio, poi lancia due ragnatele e lo incolla ad un muro. Le volanti della polizia li raggiungono, frapponendosi fra i due. Il criminale, incollato al muro, cerca di parlare, mentre Peter salta per recuperarlo, movendosi tanto velocemente da non far notare il suo abbigliamento agli agenti. Scollato l’aggressore dal muro, Spidey sale rapidamente sulla cima del palazzo.

- Ora mi dici chi sei e che vuoi da me! – grida Peter tenendo il criminale per il vestito.

- Pensi di essere più furbo del mio signore?

- Lo conosco. Sono molto più furbo di lui! -

Il brutto ceffo si piega all’indietro per liberarsi della stretta di Spidey; Peter perde la presa, mentre l’altro gira rapidamente intorno a lui e grida - Muori, Ragno! – grida il folle, sferrando un pugno contro la schiena dell’Uomo Ragno; il senso di ragno pizzica in maniera esagerata, ma l’avversario è stato troppo veloce perché Peter possa schivarlo. Qualcosa lo punge e il Ragno non fa in tempo a rendersi conto dell’errore, la droga lo mette KO prima.

 

Tre giorni dopo – Sede della Hardy’s Investigation

- Ancora niente, MJ. – fa Felicia Hardy, precedendo le domande di Mary Jane – Mi spiace se potessi… -

- Non devi scusarti… - risponde la rossa, con la voce tremante - …e Kaine…cioè Abel non… -

- Se potessi mettermi in contatto con lui, - spiega Felicia – verrebbe immediatamente, ma è a New Orleans, non so per quale motivo, non mi ha spiegato nulla ma credo centri in qualche modo con quello che gli è accaduto nelle settimane passate nei Mercury labs. Quella vicenda lo ha cambiato più di quanto non voglia ammettere… non ha con sé né un cellulare né nient’altro con cui possa contattarlo. -

Mary Jane annuisce con forza, tentando inutilmente di reprimere le lacrime.

- Oh no, Mary…non…mi dispiace… - pronuncia confusamente Felicia.

- Oddio, Felicia…sono tre giorni che è scomparso…non so più cosa dire a May; passa tutto il giorno da zia Anna perché non corra rischi… -

- Sta tranquilla. Tuo marito è un uomo forte, qualunque cosa gli sia accaduta la supererà. -

- È Goblin. – conclude MJ, cercando di smettere di piangere – Quel nuovo Goblin che è apparso ieri in città, è stato lui, ne sono certa. -

- Ho domandato in giro, ma la maggioranza delle vecchie conoscenze criminali di Peter sono impegnati in qualcos’altro e non ne sanno nulla… - spiega Felicia, mordendosi un labbro per pensare -…ormai anche la stampa si è accorta dell’assenza di Peter…è la prima volta che Jameson non sa come attribuire una colpa all’Uomo Ragno. -   continua la Gatta, passando una mano sugli ultimi numeri dei giornali.

- Goblin dovrebbe essere ancora imprigionato, Felicia – continua la rossa – allora chi è questo nuovo folletto? -

Improvvisamente il discorso fra le due donne viene interrotto da un’esplosione in strada: Goblin sta colpendo di nuovo e lì, a pochi passi dai due amori di Peter.

- Dio… - fa MJ, osservando la figura da dietro la porta a vetri. Come moglie di un supereroe, la rossa è abituata a scene del genere, ma questa volta qualcosa la terrorizza, qualcosa che Mary Jane riconosce subito per l’assenza accanto a sé del marito. Non sente Thwip in mezzo alle esplosioni delle bombe zucca, né battute pronunciate dalla voce di Peter fra le grida della gente e tutto questo la fa rabbrividire.

- Tranquilla rossa…quel verdognolo ha commesso un grave errore ad entrare nel mio territorio. - fa Felicia, mentre MJ si volta, trovandosi faccia a faccia con la Gatta Nera.

 

Qualche ora prima

- No! No! No! – grida il ragazzo, rivolto al gruppo di Scrier che lo ascoltano. – Se volete che collabori ancora dovrete darmi ciò che chiedo. È chiaro? Tutto ciò che mi serve, o… - a questo punto crolla, in preda a una violentissima emicrania. Gli Scrier gli si avvicinano, ma lui gli intima di stargli lontano parlando con una voce roca che non gli appartiene e indietreggiando.

- Lontani da me…Portatemi ciò che vi ho chiesto…subito… -

Le figure scompaiono nell’ombra

 

Ora

Goblin lancia bombe-zucca sulla gente senza alcuno scopo, ridendo. Terrorizzato Billy, quattro anni, ha perso la madre nella folla e ora il suo sguardo la cerca a destra e a manca, mentre la paura gli mozza il fiato. Velocemente, l’aliante si abbassa, portandosi davanti al bambino, mentre tutto intorno, la gente fugge incurante di ciò che sta per accadere.

- Ciao, - fa Goblin protendendo il collo verso il visino spaventato del piccolo – lo zio Goblin ha un regalo per te. Prendi. – Il mostro verde tende verso Billy una zucca arancione luminosa, ma il bimbo sa di non dover accettare regali dagli estranei, glielo ha insegnato la mamma.

- N…no… - balbetta allora Billy.

- Cosa? Tu… - fa minaccioso Goblin, poi si ferma e si volta di scatto, bloccando al volo il calcio della Gatta Nera.

- Lascia andare il bambino. – intima seria Felicia, liberandosi dalla stretta del folletto.

- Uh, Gatta, Gattina…lascia che il bimbo giochi con me e pensa… - fa Goblin lanciando a terra la bomba zucca –…pensa a fare le fusa! -

È una frazione di secondo, la Gatta si getta verso Billy, lo afferra un attimo prima dell’esplosione, poi viene sbalzata in aria. Il corpicino si stringe quanto più può a Felicia, mentre la straordinaria atleta si gira in aria e atterra, dolorante e ferita, a distanza da Goblin e posando a terra il bimbo.

- Billy! – grida una donna dalla folla, facendosi avanti.

- Mamma! – fa il bambino correndo ad abbracciarla.

- Grazie… - fa la mamma di Billy, ma ormai la Gatta Nera è ripartita all’attacco. Ultimamente per fortuna, ha rinforzato il suo costume con fibre di Kevlar, il che le ha permesso di sopravvivere all’esplosione, anche se una scheggia della bomba le si è conficcata nella schiena. Goblin ha capito che la sua avversaria è ferita e cerca di sfruttare il vantaggio, andandole incontro a tutto gas. Un attimo prima dell’impatto, Felicia spicca un salto prodigioso, che in condizioni normali le avrebbe permesso di superare l’aliante, ma la ferita, aprendosi ancora di più per il salto, smorza la sua agilità.

- Presa! – grida Goblin, afferrando la figura al volo e, ridendo e zig-zagando con l’aliante, sale di quota.

- Pensa, Gattina, - fa Goblin, avvicinando il suo viso a quello incantevole di Felicia – Noi due soli, quassù… -

- M…ll…mi…tt…nia…c… - sussurra la Gatta Nera, al che Goblin avvicina ancora di più il viso, chiedendo: - Cosa? – ma in quel momento Felicia lo graffia in volto.

- AAAARRRGGHHH! – grida il folletto.

- Ho detto “Mollami, brutto maniaco!” -

L’aliante sbanda pericolosamente, mentre Goblin scaraventa giù la Gatta, che, in caduta libera, punta e aggancia con un rampino l’aliante.

- Non sarai tu a fermarmi, - grida Goblin rivolto alla Gatta - non ora che ho ucciso anche l’Uomo Ragno! -

- Taci, idiota…guarda piuttosto dove vai! – urla Felicia. Così il folletto si volta e vede il palazzo contro cui stava per sbattere. Subito impenna, risalendo per il muro e sganciando il rampino della Gatta. Felicia precipita per qualche piano, vedendo l’aliante sfumare; ha perso troppo sangue, sta per svenire. Un rumore metallico invade la sua mente: il rampino è tornato nel meccanismo di lancio ed è pronto per essere utilizzato, se solo lei potesse vedere qualcosa a cui aggrapparsi. La ferita brucia terribilmente e il dolore è l’unica cosa che la tiene sveglia, quando lancia il suo strumento contro una massa scura e informe, che in realtà è un palazzo. Il rampino sfonda una finestra e si aggancia al davanzale, salvandola.

 

La figura rossa entra dalla finestra della sua casa. Il senso radar lo ha avvertito che nessuno era affacciato alla finestra, né i battiti cardiaci in strada sono cambiati, quindi nessuno lo ha visto entrare. Devil, di solito, sarebbe stato più prudente, ma la scomparsa di Peter lo preoccupa a tal punto da dimenticare alcune importanti precauzioni. Matt e Peter sono sempre stati amici, e l’Uomo Ragno avrebbe certo chiesto l’aiuto di Devil se avesse avuto dei problemi gravi;

- Che fine hai fatto, Peter? – mormora Matt Murdock, togliendosi la sua maschera da Diavolo Rosso, rivelando la stanchezza del suo volto: l’avvocato cieco ha passato le ultime ore cercando informazioni sulla sparizione del Ragno, senza risultati. Le sue dita scorrono su un tavolino, in cerca di un oggetto che il radar non ha rilevato quando Matt è uscito, la mattina, ma che ora c’è: un pacco. Rendendosi conto della stranezza della cosa, Matt si sporge dalla finestra per tastare il muro  sotto il davanzale, che appare bruciato. “Qualcuno con un mezzo a reazione, veloce…” Quando comprende che non scoprirà altro, Matt si gira e afferra il pacco, lacerandolo. Esso contiene una cassetta audio e un pacco più piccolo del primo, ma molto più grande della cassetta. Matt inserisce la cassetta nel mangianastri e spinge play. La voce è quella di Peter Parker. Le parole, quelle di un uomo finito.

“Ciao Matt. Sono io. Ho bisogno del tuo aiuto, spero che mi ascolterai. Credo che tu abbia notato la mia scomparsa, so che è così. Non posso spiegarti il perché del mio allontanamento, anche perché credo che sarà…definitivo. Non…non è questa la cosa più importante, ascoltami: so della venuta del nuovo Goblin, e tu capisci che nessuno potrà fermarlo, quella fra me e Goblin è sempre stata una lotta personale e ora senza di me ci stanno andando di mezzo persone innocenti. Ma io non posso tornare, Matt…Matt…nel…nel secondo pacco troverai…troverai il mio costume e due lanciaragnatele carichi assieme a molte cartucce di ricambio. Indossalo Matt, sii l’Uomo Ragno e sconfiggi Goblin, uccidilo. Devi ucciderlo, non farlo arrestare o fuggire, perché altrimenti tornerà. Deve morire, stavolta. Non ti metterei in pericolo inutilmente, ma non è inutile, stavolta. L’Uomo Ragno deve battere quel mostro, non altri, è una questione…personale. Spero che vorrai farlo per me, Matt, non credo che sarai molto fuori dal tuo elemento e…dovresti godere dell’effetto sorpresa. Inoltre, non agire solo. Vai dai Fantastici Quattro, loro ti aiuteranno; non è che non mi fidi di te, ma non posso perderti per quel folle…dovete essere in tanti, ho preparato delle lettere per loro, sono insieme al costume. Rivolgiti alla Torcia Umana…Johnny conosce la mia identità segreta. Fallo Matt, uccidi Goblin, potrebbe andarne della mia vita…è la mia unica possibilità di salvezza.”  

 

Quella sera Devil ha una missione inusuale: recarsi dai FQ e trovare una soluzione.

Nella notte, dal tetto del F.F.P., New York è uno spettacolo indimenticabile, che Matt, in costume da Diavolo Rosso, non ha il tempo di ammirare, neanche attraverso la percezione delle correnti d’aria. Ora, tutto quello che deve fare Matt è aspettare che qualcuno del quartetto si accorga della sua presenza e vada a controllare. Dopo alcuni secondi però, il radar di Devil segnala quattro oggetti agli angoli del tetto comparsi dal pavimento. “Maledetto sistema di sicurezza!” pensa Matt, schivando tre dei quattro ceppi a ricerca termica lanciati da quegli aggeggi. Il quarto meccanismo colpisce il bersaglio, bloccando le gambe di Devil, che cade a terra impotente. In un attimo gli altri tre marchingegni gli sono addosso seguendo la temperatura del suo corpo.Tutto il corpo del Diavolo è bloccato dai ceppi, che emettono leggere scariche elettriche in determinati punti nervosi per fargli perdere i sensi. Un uomo normale avrebbe già ceduto, ma lui è abituato a cose peggiori. Infine, la scienza di Mr. Fantastic ha la meglio e Matt sviene, subito dopo aver percepito una porta che si apre.

Al risveglio, Devil è circondato dal fantastico quartetto, che lo ha appena recuperato. Matt capisce di trovarsi in infermeria, dall’odore di alcool etilico e disinfettante sparso per l’aria. Sue gli è vicina, mentre Reed osserva valori vitali di Devil in un monitor e si gira quando si accorge che Murdock si è ripreso; Ben e Johnny sono in fondo alla sala, che litigano.

- Devil… - inizia a dire Reed – Io…mi dispiace moltissimo per ciò che è accaduto… -

- Reed, non importa… - cerca di rispondere Matt, ma viene interrotto da Reed:

- Il sistema di sicurezza stava per ucciderti, questo importa eccome. Qualcosa ha provocato un guasto negli analizzatori di tattica e il programma non ti ha riconosciuto come “amico”. Non so ancora come sia successo, ma credo che sia colpa della visita guidata di oggi, forse qualche idiota ha rotto un analizzatore quando il gruppo era in terrazza…- 

- È successo qualcosa, Reed.  – si affretta a dire Matt, spiegando poi la situazione e consegnando una lettera a Mr. Fantastic.

 

Il nuovo Goblin inizia a prepararsi. La follia che gli echeggia nella mente appare limpida durante i preliminari dell’azione. Fra qualche ora colpirà, e salirà un altro gradino verso il compimento della sua opera. “C’è molto da fare.” Sta pensando, di fronte a uno specchio e incontrando il suo volto si ritrova a capire cos’è il ribrezzo.

 

Mentre Richards legge, Devil chiama in disparte Johnny e gli spiega in particolare il volere di Peter.

- Perché credi che voglia che qualcuno lo impersoni? – chiede Johnny.

- Ha detto che quella tra Goblin e l’Uomo Ragno è una guerra personale. – spiega Matt.

- Non mi convince…Peter non è il tipo da chiedere l’eliminazione di una persona. -

-Per quanto mi riguarda – ribatte Devil serio – se quel Goblin ha fatto del male a Peter, gli renderò il torto decuplicato.  –

Osservandolo, la Torcia ha come l’impressione di non averlo mai visto così determinato.

Reed Richards, dopo aver letto la lettera di Peter, si rende conto di quanto avesse sottovalutato la venuta di un nuovo Goblin. In fondo però, non è un errore di cui vergognarsi, tutti i supereroi hanno sempre ritenuto il folletto verde una minaccia certamente seria, ma di cui si è sempre occupato  l’Uomo Ragno con successo; tranne stavolta. La risposta del fantastico quartetto all’appello d’aiuto è scontata, come pure quella di Devil. Tutti i membri di questa alleanza però sono stupiti dal fatto che Matt debba indossare il costume dell’Uomo Ragno. La scelta è strana, ma forse è riconducibile al fatto che Goblin crede di avere il supereroe in pugno e facendolo riapparire, Peter, spera di dare ai suoi alleati il vantaggio della sorpresa. Devil, ad ogni modo, non ha nulla in contrario, solo avrebbe preferito allenarsi all’uso dei lanciaragnatele, ma non ne ha il tempo perché sembra che Goblin abbia scelto di attaccare.

 

I cinque supereroi arrivano presto sul posto, trovando già all’opera il folletto verde. Matt cerca di percepire i segni vitali tramite il suo senso radar, per compararli con quelli che conosce e scoprire l’identità del criminale, ma sembra che l’aliante di Goblin emetta una vibrazione che circonda il pilota di ultrasuoni confusi e indecifrabili, da quella distanza. Devil si lancia subito contro l’aliante del nemico, provocando lo stupore di tutti i presenti per il ritorno di Spidey. Solo il supercriminale, dopo un momento di smarrimento, prende a ridere a crepapelle, lanciando contro il suo avversario delle bombe zucca.  Il senso radar dell’uomo senza paura gli permette di schivare molti dei colpi di Goblin, mentre i fantastici alleati di Matt aggrediscono il supercriminale; Goblin però li scansa, combattendoli furiosamente ma con noncuranza, lui vuole l’Uomo Ragno.

La Fantasticar si rivela un mezzo inadatto a combattere l’aliante, più snello e agile del veicolo sia nella sua forma intera che separata. Gli unici che riescono a stare dietro a quei volteggi sono Johnny e Matt, mentre Sue preferisce rimanere a terra, accanto a Ben, sul tetto stabilito come base per attaccare Goblin, una volta privato del suo aliante.

- Johnny, mi ricevi? – trasmette Reed dalla Fantasticar ad una cuffia radio-trasmittente ignifuga che cinge il volto della Torcia.

- Ti sento, Reed. -

- L’aliante consuma molta energia, se riesci a colpire il generatore dovresti metterlo fuori combattimento. -

- Come faccio a sapere dov’è il generatore? – chiede la Torcia lanciando due sfere di fuoco verso l’inseguito che agita bombe zucca.

- Per quello ci sono io. – risponde Devil – Se lanci una striscia di fuoco accanto all’aliante, dovrei “vedere” attraverso il calore che si spande.

- Roger, cornetto…di tela. -

Johnny sviluppa una lingua di fuoco che serve allo scopo.

- Brutte notizie. – fa Devil – Ci sono cinque diversi generatori sparsi per l’aliante. È impossibile… - ma deve interrompersi: Sue sta lanciando sfere invisibili, danneggiando gravemente il velivolo. Goblin sembra perdere la pazienza e gridando – Stupida donna! – lancia bombe zucca sulla folla sottostante. Sue riesce a bloccarle quasi tutte, generando un campo di forza intorno a ciascuna. Solo una sfugge ai suoi campi di forza, ma Ben agisce rapidissimo: si lancia verso la zucca, poi l’afferra a mezz’aria e la nasconde nel suo corpo roccioso, contenendo l’esplosione. Goblin intanto sta         zig-zagando per evitare il braccio elastico di Reed. Allora Matt tenta di colpire a sorpresa, lanciandosi verso il nemico, che schiva il calcio del diavolo con rapidità sovrumana. Ma Matt, dondolandosi sulle ragnatele, si è comunque avvicinato abbastanza per riconoscere colui che indossa la maschera di Goblin. “No! Questo è impossibile!” pensa Matt.

La Torcia Umana attacca direttamente, fiondandosi contro l’erede di Osborn, che grazie ad una forza straordinaria, lo evita con un salto dall’aliante, ma viene preso al volo dal volteggiante Matt, che con un calcio fa cadere Gobbie verso la Cosa. Ben Grimm non ha mai agito tanto velocemente: al grido di – È tempo di distruzione! -  il suo pugno si infrange contro il volto mascherato, lacerando la maschera e sbalzando il nemico oltre un palazzo. Mentre la Cosa pensa a staccarsi il volto gommoso dal pugno, Matt fa cenno ai Fantastici di rimanere in disparte, mentre va a prendere l’esanime nemico. Dopo due lanci di ragnatela, Matt arriva al corpo di Goblin, svenuto su un tetto. La maschera lacerata, mostra all’uomo senza paura ciò che temeva d’aver scoperto: nel riquadro verde strappato, campeggia il volto di Peter, lui è il nuovo Goblin.

 

- No… - fa in tempo a dire Matt, mentre Peter spalanca gli occhi e lo vede. Con la velocità di ragno che lo distingue, l’aracnide umano estrae una bomba zucca, innescandola. Un attimo dopo, il vero Uomo Ragno è scomparso, si è lanciato giù dal tetto, lasciando l’esplosivo accanto all’uomo che indossa il suo costume originale. Matt, confuso, fa appena in tempo a saltare via, quando l’esplosione lo investe. Solo due ore dopo, si sveglierà al Four Freedom Plaza.

I Fantastici Quattro non possono credere al suo racconto, modificato perché non sappiano chi è in realtà l’Uomo Ragno, ma in sintesi veritiero. Lo smarrimento è tale che l’allarme del Four Freedom Plaza lascia smarriti i nostri eroi per una manciata di secondi.

L’aliante Goblin sfreccia nei corridoi, percorre e supera in un attimo il primo livello di guardia, guidato da Peter in costume da folletto. Questa è la scena che il quartetto osserva tutto da un monitor, mentre Matt indossa il suo costume da diavolo rosso, è il più adatto a quella situazione. Dopo qualche istante Reed preme un pulsante sull’interfono:

- A tutte le servo-guardie: lasciate che il soggetto penetri nell’ultimo livello. Non vi opponete, ripeto, non vi opponete…sto disinserendo i sistemi di sicurezza. -

- Reed… - fa Sue, ma lui la interrompe.

- Sue, non si fermerà. È l’Uomo Ragno, anche se non è in sé, e se gli scaglio addosso le difese del Four Freedom Plaza rischio di ucciderlo, per non dire il numero e l’entità di danni che può provocare. Lo affronteremo noi. -

Dopo un rapido viaggio senza intoppi, Peter arriva di fronte ai cinque supereroi, scendendo dall’aliante Goblin.

- E così, - fa la voce dietro la maschera verde – questo è l’inespugnabile Four Freedom Plaza…uh, ma allora voi siete i Fantastici Quattro! – Nessuno si muove

- Non ti combatteremo, Uomo Ragno. – spiega Devil - Anche se questa dovesse essere la fine dei Fantastici Quattro e la mia. –

- Non chiamarmi Uomo Ragno! È morto, morto. Il ragno è morto! MORTO! AH! – esclama il nuovo Goblin estraendo una bomba zucca e poi notando che nessuno reagisce. L’ordigno cade, senza essere stato attivato, e poco dopo cade anche Goblin, in preda a forti dolori alla testa.

Peter, da dietro la sua nuova maschera, implora ora perdono, piangendo, fino a svenire.

 

Un quarto d’ora dopo, Peter si risveglia immerso in una vasca di liquido nucleico-decostruente; intorno a lui si muovono Reed e Susan, mentre Matt, Johnny e Ben osservano il Ragno. Indossa una maschera da Uomo Ragno che protegge la sua identità.

- Ehi… - fa Johnny, appoggiando una mano sulla vasca.

- Uomo Ragno! Ti sei ripreso prima del previsto… - fa Reed avvicinandosi.

- Cos…cos’è tutto questo… - balbetta Peter.

- È un liquido nucleico-decostruente. Nel tuo DNA è presente la formula di Goblin, non so come, ma c’è. Questo può curarti. – risponde Mr. Fantastic

A questo punto Matt Murdock si fa avanti.

- Ragno…ti hanno somministrato il siero di Goblin…chi è stato? –

- Gli Scrier…tre giorni fa, credo, non ricordo…io… -

- Ti hanno catturato? -

- Si…loro e Goblin, mi ha telefonato…a casa mia, lui…ti ho mandato un costume…per aiutarmi, non riuscivo a fermarmi, ma sono riuscito a mandarti… -

- Ok, riposati, ora. È tutto chiaro, non agivi tua sponte. -

- Ti sbagli Devil. Ti sbagli di grosso. – fa Peter, con una voce più profonda.

- Cosa? -

La vasca nucleico-decostruente viene distrutta dalla forza delle braccia del Ragno, che in un attimo salta lontano.

- Il siero era il tramite. Non potete capire, non cercate di fermarmi. – continua Peter, agguantando il costume da Uomo Ragno che indossava Matt e fondandosi fuori dal F.F.P.

- Dobbiamo… - comincia l’avvocato cieco di Hell’s Kithcen, ma Reed lo ferma.

- Tutti i sistemi di sicurezza sono attivati. Non andrà da nessuna parte, ma riuscirò a trattenerlo per poco. -

- Pensavo che quella vasca lo avrebbe guarito! – fa Johnny.

- È questione di tempo, Johnny. Il processo è avviato, il sistema aveva debellato molta delle mutazioni più recenti nel DNA dell’Uomo Ragno. Spero che le anomalie più antiche del suo codice genetico completino l’opera. -

- Dobbiamo comunque aiutarlo! Voi non mi seguite, devo parlargli da uomo a uomo. – grida Matt, saltando fuori.

- Peter! – grida, mentre il suo radar individua i segnali vitali del Ragno.

- Stanne fuori, Matt… - fa Peter, saltando per evitare una scarica di energia del sistema di sicurezza.

- Devi farti aiutare…non sei tu! -

- Non è la formula, Matt…è qualcosa di diverso…forse sto impazzendo…non lo controllo! Sto impazzendo! -

Con una piroetta, l’Uomo Ragno evita un paio di droidi da ricognizione, saltando poi con tutta la sua forza e superando le barriere di energia che circondavano l’edificio.

- Reed! – grida Devil – Abbassa gli schermi! Devo raggiungerlo! -

Detto fatto, Matt insegue l’amico per qualche palazzo, infine lo ferma saltandogli addosso e facendolo rotolare su un palazzo.

- Non mi convince, Peter…ciò che hai detto non è logico…non puoi parlare di pazzia con troppa facilità. Tu non sei pazzo, ci deve essere una spiegazione! -

- Matt… - fa Peter – non sono in me. Neanche io capisco…sono quasi sicuro che mi abbiano iniettato la formula di Goblin, ma che questo non c’entri …ero cosciente quando ho assunto quel siero io, per la prima volta…ma qualcuno mi diceva cosa fare…e il trattamento di Reed non deve averlo eliminato… - e dicendo questo Peter afferra per il collo Devil.

- …perché lui è ancora in me! - 

 

Fine I parte

 

Inizia il ciclo di storie della seconda serie dell’Uomo Ragno. Questa sequenza di storie possiederà una continuity ragnesca parallela all’altra.

 

Nel prossimo numero: Che ha intenzione di fare Peter? E come si risolverà la situazione? Inoltre: MJ alla riscossa.

 

di Vale AlbaDiggi